Scheda Del Prodotto
Utile in casi di infiammazione intestinale, dissenteria, febbre, mal di gola, ferite, artriti, cistite, problemi del tratto respiratorio.
INGREDIENTI: Lapacho (Tabebuia avellanedae) corteccia.
POSOLOGIA:
POSOLOGIA: 6 capsule/die a pasto. 2 cap a col/pran/cena
AVVERTENZE SPECIALI
- Tenere fuori dalla portata dei bambini al di sotto dei 3 anni.
- Non superare le dosi giornaliere consigliate.
- Gli integratori alimentari non vanno intesi come sostituti di una dieta variata, equilibrata ed uno stile di vita sano.
- Il termine minimo di conservazione si riferisce al prodotto in confezione integra e correttamente conservata in luogo fresco e asciutto al riparo da fonti di luce o calore.
SCUOLA DI ERBORISTERIA DALLE RICERCHE INTERNAZIONALI
Le proprietà della Tabebuia o Lapacho
Il Lapacho è un albero originario del Brasile, ma si è sparso in tutto il Sud-America. Appartiene alla famiglia delle Bignoniacee, che consiste di circa 100 specie, di alcune delle quali è difficile parlare, anche per gli specialisti. La varietà a fiori rosa-porpora proveniente dal Sud America (Tabebuia Avellanedae) ha l’azione medicinale più forte.
Il Lapacho viene usato come erba medicinale da più di mille anni. E’ uno dei rimedi considerati indispensabili dagli indiani Callawaya del Brasile e dagli Incas.
Secondo racconti dell’epoca, gli incas usavano il lapacho per curare molte malattie, comprese quelle degenerative. Anche gli Indiani brasiliani usavano la parte interna della corteccia per un gran numero di disordini, come infiammazione intestinale, dissenteria, febbre, mal di gola, ferite, artriti, cistite, problemi del tratto respiratorio, morsi di serpente e vari tipi di carcinoma. Centinaia di anni di esperienza hanno insegnato che la parte interna della corteccia dà i migliori risultati terapeutici, ma anche la parte più esterna ed il legno contengono, in quantità minore, principi attivi.
Il lapacholo è stata la prima sostanza chimica del lapacho ad essere ricercata approfonditamente. E’ stata isolata già dal 1882 e la formula chimica è stata definita nel 1896. L’azione anti-batterica è stata scoperta in Brasile nel 1956 e nello stesso il medesimo gruppo di ricerca ha isolato l’a e il b- lapachone e lo xiloidone; questi costituenti hanno dimostrato di avere potere battericida e fungicida. Un numero considerevole di altri componenti attivi furono scoperti nel 1967 all’Università di Aberdeen. L’azione antibiotica, così come l’attività antitumorale, dipende soprattutto dalla capacità del lapacholo di interferire con il metabolismo mitocondriale dell’ossigeno, attraverso l’inibizione del trasporto elettronico.
Le proprietà del Lapacho sono soprattutto antibatteriche, antinfiammatorie, antiossidanti, depurative e toniche. Ci sono diverse ricerche scientifiche che hanno confermato le virtù di questa pianta di cui si è isolato in particolare un principio attivo, il lapacholo, utile appunto a contrastare funghi e batteri. Si continuano a studiare gli effetti di questo albero anche valutando l’eventualità che possa essere un valido alleato nella lotta ai tumori.
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